La mia storia – 1990 – Parte 2 – a 10 anni

1990 – avevo 10 anni.

Lasciammo Catania con la mia famiglia e ci trasferimmo in un paesino chiamato Aci S.Antonio. 

Mai scelta fu cosí sbagliata. 

Le mie allergie esplosero come fuochi d’artificio nel capodanno del 2000 a Napoli.

Dal grande palazzo vicino al mare finii in campagna, senza niente e nessuno intorno per centinaia e centinaia di metri. 

Tutti terreni coltivati da amatori e qualche villetta con persone poco raccomandabili che ci vivevano. 

La strada dove vivevo non aveva illuminazione. Il primo negozio si trovava a 1 km di distanza.

Omicidio nella notte e spacciatori

La prima notte ci vennero a citofonare i Carabinieri, mia madre uscii in vestaglia, mio padre era di turno in fabbrica. 

Ci dissero che avevano impiccato un uomo in un terreno adiacente, una vendetta trasversale della mafia, volevano sapere se avessimo sentito qualcosa. 

Anni dopo venni a sapere che quell’uomo era lo zio di una mia compagna di scuola.

La scuola media dove ero stato iscritto, al corso con il tempo prolungato, era frequentata da due categorie di studenti: i figli delle brave persone e i figli di affiliati alla malavita. 

In quegli anni c’era un grosso giro di eroina nel paesino dove vivevo. 

Anche chi non era direttamente coinvolto nella malavita, per sentirsi un po’ più importante, si atteggiava a “mafiosetto”. 

Ti lascio immaginare l’ambiente e l’atmosfera che si respirava.  

Ancora oggi lo ritengo il periodo scolastico più brutto che abbia mai passato. 

Quando il disegno diventa la tua unica speranza

La mia passione per il disegno era l’unica cosa che mi dava un senso di prospettiva. 

Già a 12 anni mi appassionai alle vignette. Mio zio comprava spesso “la Repubblica” e la vignetta di Giorgio Forattini, in prima pagina, era quello di più intrigante i miei occhi potessero vedere e nutrirsi. 

Dicevo: da grande voglio diventare come lui! Affascinato dal fatto che tra tutte “quelle cose serie” dei giornalisti importanti, Forattini avesse uno spazio tutto suo, dove un adulto può essere irriverente come un ragazzino. Altro che calciatori. Quello era il mio idolo. 

Cosa trovavo sotto l’albero?

Mio padre per natale mi regalava i suoi libri che raccoglievano un anno di vignette pubblicate su riviste e giornali che noi ovviamente non compravamo. 

Si risparmiava su tutto, perché andammo a vivere in una casa parzialmente costruita. 

Tutto quello che guadagnava mio padre serviva per i lavori di completamento della casa. 

Non aveva il tetto, ma solo un soffitto coperto da una guaina di catrame. 

Il primo inverno, letteralmente pioveva dentro casa. 

 

continua…

 

Photo by Ramdan Authentic on Unsplash

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.