Come fare quello che voglio

Ero uno studente del liceo artistico e pensavo a fare l’artista e fare l’artista per me voleva dire svegliarsi a qualsiasi orario, disegnare tutto il giorno e avere regole tutte mie, insomma fare quello che volevo e quello che mi piaceva. 

Non volevo pensare ai soldi, ma solamente a disegnare per il mio piacere; ovviamente erano i pensieri di un sedicenne, per carità. 

Pensavo che chi vendeva le proprie opere a tutti i costi fosse un venduto o votato al denaro; argomento tabù anche per gli anni ‘90: i soldi e soprattutto nominare i soldi all’interno di un liceo artistico era come nominare satana all’interno di una chiesa. 

Però un giorno iniziai il mio corso di scultura, precisamente, discipline plastiche e il mio insegnate, a differenza di molte persone che lavorano nel mondo dell’arte, è uno che vendeva con continuità, tutt’ora le sue opere sono molto richieste.

Ovviamente questo faceva storcere il naso anche agli artisti over 50 che pensavano che chi fosse all’interno di un circuito artistico con tante commissioni, in realtà lo facesse solo per soldi e non per il sacro amore per l’arte. 

Studiai con questo insegnante e imparai davvero il mestiere e cosa vuol dire guadagnarsi da vivere con la propria passione. 

Da quell’anno in poi iniziai a vedere la vita sotto un’altra lente; d’altra parte, io sono un fan degli Oasis e in un canzone Noel Gallagher dice “Life is a game we play” ovvero “la vita è un gioco in cui giochiamo” e se non ti piacciono le regole del gioco, secondo me, non dovresti giocare: immagina se ogni calciatore cambiasse le regole del gioco a suo piacimento, sarebbe poi un divertimento? 

Secondo me, no!

(E questo che vale sia per i giochi da tavolo sia per lo sport). 

 

Ma arriviamo all’età della maturità.

Io cresco, e come tutti i ventenni ho bisogno di soldi. 

Decido di accettare le mie prime commissioni. 

A differenza di molti dei miei coetanei, io dovevo lavorare per continuare a pagarmi gli studi e qualsiasi fonte di denaro, qualsiasi introito era ben accetto per la mia causa. 

Ovviamente una commissione, come in tutti i lavori, implica una data di consegna, cosa che spesso i miei colleghi non riescono a rispettare. 

Forte della palestra mentale fatta dal mio insegnate di scultura, devo dire che questo per me non è mai stato un grosso problema, anzi, ne ho fatto uno dei miei punti forti. 

Ma come sono riuscito a raggiungere la libertà che tanti artisti cercano? 

Come l’ho imparato?

Ecco svelato il segreto: una delle frasi che mi ricordo sin da ragazzo, appunto, una di quelle che mi disse il mio professore è che quando tu fai l’artista o, come nel tuo caso, il libero professionista, la vera libertà o l’unica libertà che ti puoi prendere, sta proprio nello scegliere di farlo o non farlo. 

Che vuol dire?

Se decidi, per esempio, di fare il social media manager, piuttosto che il grafico… insomma hai capito di che cosa sto parlando, l’unica decisione che puoi prendere, una delle poche decisioni che puoi prendere, è proprio intraprendere quella professione, dopo di che la tua libertà sarà limitata dalle esigenze dei clienti, le tue esigenze economiche e le esigenze del mercato. 

Che ti piaccia o no, si dice libero professionista, ma in realtà di libertà ce ne sono poche. 

Allora perché molte persone scelgono di fare o di intraprendere una libera professione? 

Dov’è poi tutta questa libertà? 

Premetto che secondo me, chi sceglie di fare il libero professionista, lo fa mosso, prima di tutto, da una grande passione ovvero non conta i minuti che spende davanti al computer a fare grafica o le ore che passa a scrivere testi come copywriter.

La passione è una di quelle cose, (anzi addirittura spesso deve diventare ossessione), che ti fa dimenticare l’orologio, le cene con gli amici, gli aperitivi in piazzetta… insomma, tutte quelle cose che fanno le persone normali per divertimento o svago. 

Questo non vuol dire che diventerai un eremita, ma soprattutto nel primo periodo della tua carriera da lavoratore indipendente, dovrai investire parecchio tempo, sacrificando gran parte dei tuoi svaghi.

Quindi, chi fa un lavoro da libero professionista in realtà non ha tanta libertà, se non quella di fare quello che gli piace, ogni giorno della settimana.

Altrimenti la tua scelta, dovrebbe essere quella di fare un lavoro da dipendente e poi dedicarti a costruirti una carriera parallela nel weekend che spesso resta una forma di dilettantismo.

Ti sembra una bella vita?

Adesso la palla passa a te.

Vuoi fare il dilettante nel weekend o il professionista tutta la vita?

Da questo cambierà anche il modo che hai di vedere te stesso. 

Io devo dire che prima lavoravo per un’azienda e poi ho iniziato a lavorare solo per conto mio.

Le responsabilità e i pensieri sono aumentati e le libertà si sono ridotte, ma quello che ho avuto in cambio oltre ai guadagni, è una visione più alta di me stesso. 

Inoltre questa circostanza, mi ha messo quasi in condizioni forzate (cosa che a me piace), di migliorare me stesso ogni settimana, ogni giorno. 

Tra le altre cose, devi essere anche bravo, se fai il libero professionista, nel trovare pure il tempo per formarti ed aggiornarti, perché ci sono molte professioni che implicano una formazione continua.

Quindi se quello che stai facendo non ti piace veramente tanto, addirittura da non passare da passione ad ossessione, ti consiglio di non cercare la libertà nel lavoro, ma magari di cercarla in un hobby, questo per il bene tuo, della tua famiglia e soprattutto per la tua serenità, perché, come tante cose della vita, viste dal di fuori sembrano tutte belle, ma anche le cose più belle, ad esempio fare l’artista o il cantante, lo sportivo ad alti livelli, implicano responsabilità e sacrifici immani e se queste cose non sono veramente la tua passione e la tua ossessione, diventeranno la tua tortura.

In conclusione occhio a quello che desideri. 

Se vuoi una tavolata di amici a casa tua per cena, devi essere pronto poi, a lavare i piatti e a mettere di nuovo tutto in ordine, quando la festa è finita.

In poche parole, anche le medaglie più luccicanti, hanno il loro rovescio. 

Conoscilo ed accettalo. 

Renderà il tuo percorso di crescita, più prevedibile e quindi più facile da affrontare. 

Fai un elenco di quello che pensi di dover affrontare, prima di iniziare un nuovo percorso, sii onesto con te stesso e poi trai le conclusioni.

Perché non ci sono solo costi e ricavi economici nella vita professionale. 

Il lavoro intacca tutte gli ambiti della tua esistenza. 

Spero che tu abbia capito che la libertà totale non esiste. 

Se ci pensi, quello per cui si batte l’umanità da secoli e cosa che gli riesce difficile, è proprio la gestione della libertà. 

A causa di essa ci sono ancora conflitti e guerre… come quelle che hai studiato a scuola, e come quelle che combatti ogni giorno dentro di te.

 

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