Come Essere Sempre Perfetti

Hai deciso di fare una cosa per conto tuo.

Magari intraprendere una nuova attività on line o iniziare a studiare quella disciplina che diventerà il tuo hobby… che ne so, forse inizierai un corso di fotografia o di pittura.

L’hai visto fare e vuoi provare.

Oppure semplicemente non hai scelta e sei in quella condizione in cui la tua azienda deve passare dalla dimensione fisica a quella digitale. 

Inizi, dedichi un quaderno a questa cosa che stai facendo. 

Compri le prime attrezzature o crei un tuoi sito internet, fai buona parte del lavoro ma non ti lanci. 

Perché? 

Semplice, perché prima di iniziare, tutto deve essere perfetto. 

Ti racconto una storia, ti racconto cosa è successo a me anni fa e quando pensavo che tutto doveva essere perfetto prima di pubblicare qualsiasi cosa.

Prima di trasferirmi nel Regno Unito, ero solito frequentare uno show radiofonico chiamato Allakatalla. La trasmissione radio più seguita della Sicilia.

Andava in onda in radio e anche sul digitale terrestre. 

Oltre a quello avevo degli spazi anche nelle trasmissioni del pomeriggio nella stessa emittente.

Cambiato nazione e anche vita, tutto quello mi mancava da morire, la musica, le chiacchierate con gli altri speaker, i messaggi degli ascoltatori. 

Non sapevo come sostituirlo. 

Certo non potevo sostituire gli speaker e gli studi che frequentavo, ma l’idea di parlare ad un microfono e che qualcuno mi ascoltasse poteva ancora essere fattibile. 

Sapevo che esistevano i podcast. 

Non erano la stessa cosa di uno show radiofonico ma volli provare.

Il podcast, detta in breve, non è altro che un messaggio vocale registrato e diffuso tramite internet. 

Iniziai quindi a prendere informazioni e a capire come potevo farne uno anche io. 

Alcuni tutorial che guardavo su YouTube parlavano di microfoni a condensatore e mixer. 

Software per l’editing audio e licenze per basi musicali.

Insomma c’era un dispendio di risorse economiche ed energie non indifferente di fronte a me.

Non ti nascondo che scoperto questo, la parabola del mio entusiasmo iniziò a scendere. 

Ero combattuto e più cercavo di documentarmi e più capivo che mi ero messo in testa una cosa che doveva essere fatta più che bene per essere presa in considerazione dalla gente.

Fino a quando lessi di un podcaster newyorkese che registrava il suo podcast dall’angolo della strada, di proposito, rumori del traffico e dei passanti inclusi. 

Senza studio, senza microfoni professionali, solo con il suo smartphone.

Decisi di provare anche io. 

Tanto non avevo nulla da perdere… a parte il tempo.

Tra le cose da tenere in considerazione che in quel periodo io lavoravo part-time in una scuola elementare e avevo due turni da coprire ogni giorno. 

In più il mio lavoro di freelance mi impegnava parecchio, e anche i miei studi al college per imparare l’inglese, la sera, erano un’altra gatta da pelare non indifferente.

Quindi… quando trovare il tempo per scrivere dei testi e registrare?

In effetti non ne avevo tanto a disposizione, perciò ispiratomi al podcaster newyorkese di cui sopra, decisi che pur nonostante avessi avuto a che fare con quaranta bambini inglesi, per tutto il pomeriggio…

Pur avendo il cervello in pappa e la voce non al massimo…

Mi imposi di registrare  per strada, all’uscita da lavoro, spingendo la mia bici in direzione di casa. 

Con una mano tenevo il telefono vicino alla bocca, con l’altra spingevo la mountain bike, sotto la piaggia inglese, cercando di non fare bagnare troppo il mio smartphone.

Non ebbi il tempo di scrivere testi o scalette, parlavo come se stessi mandando un messaggio vocale della buona notte a una persona sola. 

Sola in termini di numero e sola nel senso che questo ipotetico ascoltatore non avesse nessuno con cui parlare. 

Succedeva anche a me. 

Avevo pochi amici in una nazione che non era la mia, e per giunta in un paesino, non avevo tante occasioni per fare conversazione.

Uno dei miei pochi amici, con il quale mi sento ancora oggi, è Mario 

(nome di fantasia, l’ho cambiato per tutelare la sua privacy).

Un siciliano emigrato molti anni prima di me e che fece fortuna aprendo una serie di ristoranti nel sud del Regno Unito. 

Adesso gestisce un’attività online ed è uno di quelli che ha una mentalità aperta e di ferro. 

A lui passai i link dei miei primi episodi del mio podcast per avere una sua opinione.

Registravo un episodio al giorno, a pensarci ora, non capisco se la mia fosse incoscienza o follia. 

Al termine della prima settimana dissi a Mario che l’esperimento dei messaggi vocali della buona notte volgeva al termine. 

Lui rispose subito con un no secco. 

Aveva girato a sua volta, gli audio che registravo a sua sorella, una donna single di 50 anni e che aveva trovato beneficio in quel che dicevo. 

Strano dissi io…mica avevo fatto o detto chissà quali profondi messaggi o profezie… ma se lo diceva lui vuol dire che qualcosa mi sfuggiva.

In quelle registrazioni fatte a braccio, senza copione, senza un inizio e tantomeno una fine programmata, con una qualità audio paragonabile a quella delle radio trasmittenti della polizia, qualcuno, nonostante tutto, aveva trovato benefici. 

Perfezionista come ero, o almeno credevo di essere, quel singolo risultato mi lasciava comunque incredulo.

Riuscii a fare più di 30 episodi che poi divennero oltre 60. 

Acquistai un microfono migliore e registravo da casa, la sera.

Non ti nascondo che la stanchezza nella mia voce si percepiva in quasi ogni episodio e sono tentato, molto tentato, da cancellare quei file audio e farli sparire dalla rete, ma…

Pian piano i podcast si andavano diffondendo e successe qualcosa di davvero inaspettato.

I link iniziarono a girare tra i telefoni, grazie alle chat WhatsApp e Telegram.

Ringrazio Marika, una ragazza che conobbi durante un mio viaggio in aereo. 

Lei è la mia più grande sostenitrice. Non pensavo che una donna come lei, con un ruolo così importante da manager di multinazionale, potesse sostenermi e apprezzare il mio lavoro. 

Se oggi stai ascoltando la mia voce è anche merito suo. 

Un anno dopo conobbi una psicologa a cui piaceva il mondo del podcast, la Dottoressa Lucia Scafidi, decidemmo di realizzare una stagione di 10 episodi su come affrontare una relazione che finisce. 

In una calda giornata estiva siciliana, invece che andare al mare, ci chiudemmo nel suo studio.

Quello che avevamo era solo: un portatile, delle idee scritte e un microfono a condensatore USB. 

Il termometro aveva superato abbondantemente i 30 gradi, le finestre chiuse, per attutire i rumori che venivano dalla strada e l’assenza di un condizionatore non erano rilevanti per noi, anche se la gente normale di solito in estate ha di meglio da fare che una sauna non convenzionale. 

Sapevamo cosa dovevamo fare e l’abbiamo fatto. 

Avremo potuto fare di meglio?

Certamente! 

Ma se avessimo aspettato di essere perfetti, forse non avremo mai iniziato, perché, allarme spoiler, la perfezione non esiste su questo pianeta. 

Si parte da qualcosa che è sempre e comunque migliorabile, ma da qualche parte bisogna partire. 

Anche quando guardo i miei vecchi disegni, trovo sempre qualcosa che andava fatta meglio e che poteva essere fatta in maniera diversa. 

Ma se dovessi tenere conto di tutto questo, forse non avrei mai nemmeno iniziato i miei studi, o a vendere le mie consulenze. 

Il mio primo video-corso sarebbe ancora in fase di lavorazione quattro anni dopo la decisione di iniziarlo a registrare.

La cosa importante è guardare il proprio operato con sano spirito critico. 

Ciò include il fatto che prima di criticare qualcosa, logicamente, l’avrai prima fatta realmente e poi potrai decidere se e cosa non ti piace di quel che hai fatto.

Ti assicuro che a cosa fatte, sarà difficile che tu non pubblicherai:

-il tuo e-book

-un podcast

-oppure dei video per YouTube

La lista può continuare all’infinito, ma credo che tu abbia capito. 

Ho avuto il piacere e l’onore di fare un podcast che aiuti le persone ed è ascoltato in Italia e in Europa.

Che ci siano delle imperfezioni, poco importa se poi ha portato beneficio nella vita di chi ha dedicato il suo tempo alle tue iniziative. 

Perciò adesso, prendi un bel respiro, buttati alle spalle i tuoi dubbi, 

(tanto la gente ti critica lo stesso, che tu faccia bene o faccia male) 

e fai quello che stai rimandando da tempo perché credi debba essere perfetto. 

Se hai paure delle critiche, pensa bene a chi quelle critiche le fa.

Di solito sono gli incompetenti che hanno la faccia tosta di giudicare pubblicamente quello che nemmeno loro sono in grado di fare. 

Gli esperti, non hanno tempo e voglia di sparare a zero sui principianti. 

Pensaci, che figura farebbero?

Vuoi la prova di quello che dico?

Vai su YouTube, cerca i video dei capolavori indiscussi del cinema o della musica, scrolla nei commenti, e troverai sempre “il fenomeno” di turno che giudica il modo di suonare di Carlos Santana o i libri di Umberto Eco… lui poi, che non riuscirebbe nemmeno a farsi pagare per esibirsi all’oratorio del suo paese o a scrivere nella rivista della parrocchia. 

Se dopo aver visto tutto sotto questa lente, riesci ancora a farti scoraggiare dal primo che passa e dice la sua, beh forse il lavoro da imprenditore o la libera professione non fa al caso tuo.

Ho avuto modo di conoscere artisti di fama internazionale: ballerini che hanno calcato le scene dei teatri più importanti del mondo, musicisti che hanno suonato per il party di insediamento di Obama alla casa bianca, pittori con esposizioni negli Stati Uniti e tutti loro mi hanno confermato che la perfezione non esiste e se qualcosa di simile possa esserci su questo pianeta, lo si raggiunge dopo anni di tentativi. Tradotto: centinaia di spettacoli, concerti ed esibizioni… fatti quando non si è nemmeno lontanamente vicini all’essere perfetti. 

Il che  vuol dire: correrai, cadrai, ti rialzerai e riprenderai a correre.

Guarda avanti mentre vai dritto verso la meta, se distogli lo sguardo dal percorso, prima o poi andrai fuori strada. 

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